Lo stile e la moda degli anni’50 sono molto conosciuti e forse tra i più apprezzati.
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale inizia un decennio di grande ottimismo, di grande sviluppo economico e di benessere diffuso, che si riflette in una vera e propria rivoluzione dello stile dove il clima austero viene abbandonato e parte un periodo di rinascita.
Gli Stati Uniti, già vincitori della guerra, assumono il ruolo di potenza leader dell’occidente.
La loro presenza è molto evidente sia in maniera politica che economica, ma anche nella cultura e negli stili di vita.
Nel 1947 viene inaugurato il piano Marshall che è un programma di aiuti economici per aiutare la ricostruzione dei paesi alleati in Europa dove regna ancora tanta miseria, ma si inizia a vedere tuttavia un futuro più roseo.
Grazie agli aiuti elargiti, gli Stati Uniti vengono visti come un modello a cui ispirarsi per iniziare un nuovo stile di vita dinamico e al passo con i tempi.
E’ proprio in questo momento che nascono tanti degli stereotipi che ancora oggi troviamo nelle pubblicità: l’immagine della famiglia felice, quella della casalinga che passa l’aspirapolvere con i tacchi addosso, e tante altre.
Carosone canta alla radio “Tu vo’ fa’ l’americano”, rispecchiando perfettamente l’attitudine del tempo.
Però, quando si parla di moda, è ancora l’Europa a dettare legge.
Nel febbraio del 1947 nasce la silhouette a clessidra, fatta di ampie gonne e di vitini a vespa che rimarrà in voga per tutto il decennio.
A inventarla è Christian Dior in una Parigi ancora segnata dalla guerra. Gli basterà una sola collezione per spazzare via l’austerity e le miserie che il conflitto aveva lasciato.
“It’s a New Look!” esclamano entusiaste le editor americane. Ed è così che la Ligne Corolle passerà alla storia.
Il Successo di questo nuovo look è subito immediato e trasversale e, dopo anni terribili di guerra e di fatica, le donne non vedono l’ora di riscoprirsi frivole e vezzose.
E’ così che i modelli di Dior si diffondono rapidamente in tutto il mondo.
Il grande sarto si inventa anche poi le collezioni stagionali, in cui i nuovi trend e i nuovi modelli sono destinati a rimpiazzare i precedenti. Davvero un lampo di genio!
Sull’onda del nuovo benessere l’industria tessile inizia un nuovo sviluppo ed entrano in commercio i tessuti sintetici e le nuove tinture che consentono di ottenere tonalità vibranti fino ad allora ritenute impensabili.
Negli stessi anni prende forma l’editoria di moda come la conosciamo oggi: le modelle escono dagli atelier e si cominciano a raccontare “storie” attorno agli abiti.
Le bravissime fashion editor di quest’epoca (come Carmel Snow e Diana Vreeland) lavorano a quattro mani con fotografi leggendari e creano immagini che ancora oggi non smettono di affascinare.
Femminilità è la parola d’ordine del decennio e colori e stampe floreali fanno da padroni e il punto vita è il protagonista indiscusso di questo periodo.
Gli abiti da sera ritornano ad essere sfarzosi e si ispirano ai modelli dell’ottocento.
Accanto a questi nasce anche l’abito da cocktail, che è una versione più “facile” e combina una lunghezza da giorno a materiali preziosi e decorazioni importanti che sono tipici dell’abbigliamento da gran soirée.
Un must del decennio, dove si moltiplicano capi da avere in guardaroba per più occasioni, è il look iper-coordinato, simbolo del nuovo benessere.
Le gonne negli anni’50 sono a ruota oppure a matita, mentre i pantaloni restano una scelta popolare per il tempo libero, anche se le proporzioni rispetto agli anni ’40 cambiano drasticamente.
Ora il modello prediletto è quello a sigaretta, rigorosamente a vita alta (e segnata) e con una lunghezza ridotta che lascia scoperta la caviglia.
Non dimentichiamo poi che la biancheria intima è fondamentale per ottenere il look anni’50.
Infatti torna di moda il bustino, che ora è prodotto in nylon e si chiama guepiere. Una alternativa più popolare è lo stringivita, che consente a tutte le donne di ottenere la desiderata silhouette a clessidra.
I reggiseni (bullet bra) hanno la tipica forma “a punta di proiettile” che è ottenuta grazie a piccole imbottiture o cuciture strategiche e regalano al seno un profilo audace.
Per sostenere le gonne ampie nascono le sottogonne che sono versioni contemporanee dell’ottocentesca crinolina.
Gli anni’50 sono testimoni della nascita dei teenager perché essere giovani è un momento emozionante.
Prima di allora i ragazzi indossavano semplicemente versioni ridotte degli abiti dei genitori, idea poi respinta da questa generazione imbevuta di rock’n’roll.
Maschi e femmine lasciano la scuola a quattordici anni e hanno soldi da spendere. Non ci vuole molto perché la moda si accorga di loro iniziando a studiare gamme di prodotti ad hoc per uscire, andare a ballare o semplicemente fare due chiacchiere.
In America spopolano le Sweater Girls che indossano maglioncini attillati e, proprio i teenager, iniziano e rendere popolari i jeans che in passato erano solo pantaloni da lavoro.
La t-shirt che fino ad allora è sempre stato un capo di biancheria intima, si diffonde grazie a Hollywood e all’influenza di star del cinema come James Dean e Marlon Brando.
Le scarpe con il tacco completano perfettamente il look anni’50 e proprio in questo periodo viene inventato il tacco a spillo che rende l’andatura ondeggiante e sinuosa.
I tacchi diventano molto più sottili che in passato e la punta è preferibilmente sfilata e arrivano sul mercato scarpe colorate e realizzante in pendant con gli abiti.
Le borse anni’50 sono piccole e leziose, di solito con un manico da portare al polso o a mano.
Ad affiancare le borse in pelle compaiono borsette di ogni materiale e dai colori pastello caramellosi. Quelle a cofanetto in lucite sono tra quelle più ambite dai collezionisti di oggi.
La bigiotteria anni’50 abbandona la pretesa di assomigliare a veri gioielli e si sbizzarrisce con i colori. Tinte che spesso sono coordinate con quelle degli abiti.
Vengono introdotte le perle colorate e le parure di Swarovski che comprendono orecchini, collana, spilla e braccialetto. Sono molto popolari anche gli strass bianchi usati a profusione.
I cappelli ritrovano popolarità e per il giorno possono essere a tesa larga (da abbinare a gonne a ruota) oppure simil-cloche (da abbinare a gonne a matita).
I cappelli più popolari sono però i “fashinator”: le acconciature pensate e ideate per completare gli abiti da cocktail che si sbizzarriscono con fiori, velette e applicazioni di vari generi.
I guanti negli anni ’50 vengono utilizzati per tutte le ore del giorno e della sera per completare questi look super-accessoriati.
Gli ombrelli sottilissimi diventano parte degli outfit, come anche le stole in pelliccia, molto utili per scaldare gli abiti da sera e da cocktail.
Questa forte passione per gli accessori arriva anche a contagiare gli occhiali, le cui montature vengono prodotte in tanti colori diversi e decorate da intagli, strass e altre decorazioni. Il modello dell’epoca sono senza dubbio gli occhiali modello cat eye.
Trucco e parrucco anni’50
Il make up anni’50 è molto sofisticato. L’eyeliner, usato per sottolineare l’attaccatura delle ciglia, è un elemento immancabile nel trucco anni’50. Viene applicato disegnando una virgola nella parte più esterna dell’occhio e distingue questo decennio da altri. Gli occhi sono truccati con ombretti chiari (champagne e perla) e sottolineati da eyeliner e mascara. Per le sopracciglia la forma prediletta è ad ala di gabbiano perfettamente delineata da un tratto di matita.
Troviamo anche un incarnato avorio su cui spicca un rossetto applicato con perfezione (il rosso scarlatto va per la maggiore, ma anche il corallo non è da meno).
I capelli si portano di preferenza medio-corti e sono perfettamente acconciati in boccoli vaporosi. Questo look è reso popolare da dive di questo decennio come Marilyn Monroe e Liz Taylor e necessita di un accurato lavoro di styling utilizzando bigodini e forcine per mettere in piega i capelli durante la notte.
Un altro accessorio immancabile è la bandana che si utilizza in versioni differenti sia per i capelli che per il collo: stretta con nodo centrale, alla parysienne con piegatura larga e nodo visibile o alla “roasie the riveter”.
Minimo comun denominatore di queste acconciature è la frangetta, che o corta o lunga fino alle sopracciglia, è un vero e proprio elemento caratterizzante dell’epoca.
Negli anni’50 le mani hanno le unghie leggermente arrotondate e perfettamente laccate e il colore dello smalto è rigorosamente coordinato al rossetto.
Un vezzo di questo periodo? Sicuramente il neo chiamato beauty mark. E’ reso celebre da Marilyn Monroe e imitato da tantissime donne con un semplice punto di matita da trucco per renderle ancora più affascinanti!
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